Text by Marcello Francolini / La Quadriennale di Roma, Panorama, 2023 (Italian language).

Per analizzare la ricerca artistica di Giovanni Longo bisogna entrare nel magazzino dei suoi oggetti semantici, che sembra coincidere con il limite geografico di Locri, sotto lo sguardo vigile di Mannella e Abadessa, i colli da cui cade, sotto l’arsura calabra, tutto ciò che ha la briga di galleggiare tra le fiumare occasionali di una natura dominante. Ma se ammettiamo fenomenologicamente, che l’immagine è un modo di proiettare la nostra esperienza sull’impulso esterno, è chiaro che Locri è direttamente proporzionale, nel lavoro di Longo, a Roma, giacché ciò che si fruisce nel presente sociale del tessuto urbano viene combinato nell’occasionalità dei residui espansi della campagna. E così, al limite del dilemma italiano tra strapaese e stracittà, Longo opera come un guaritore nel tentativo di colmare uno spazio sempre più vacuo entro cui l’essere del XXI secolo perde sempre più, nella sua iper-razionalità, la capacità di meravigliarsi dinnanzi alla caotica natura frattale… Continua a leggere